domenica 19 luglio 2020

Chi ha voluto la morte di Falcone e Borsellino?

Sono passati 28 anni dalla strage di Via D’Amelio: era il 19 luglio 1992 quando un attentato mafioso costò la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Claudio Traina, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosina.

Gli attentati contro Giovanni Falcone e Paolo Borsellino si consumarono in un contesto di incapacità e complicità che va ben oltre il livello della mafia, in un quadro, certificato da una sentenza, di "colossale depistaggio".

Ma chi sono i mandanti e quali sono i reali moventi degli omicidi di Falcone e Borsellino?

A spiegare perché è Ferdinando Imposimato, Presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione, che per cinque anni, dal 1980 al 1985, ha lavorato al fianco dei due magistrati uccisi nel 1992.


Nel 1983 erano inziati terribili omicidi e stragi, opera di una struttura segreta creata negli USA da poteri massonici, che attraverso la CIA-servizi segreti americani, utilizzavano come braccio armato mafia e terrorismo estremista, esecutori di stragi e omicidi di magistrati, poliziotti, carabinieri e assassini di cittadini innocenti per creare paura ed imporre leggi liberticide .


Nell’agosto del 1990 il Presidente del Consiglio italiano Giulio Andreotti rivelò l’esistenza di una organizzazione paramilitare , Gladio Stay Behind, alla Camera dei deputati. La funzione ufficiale di Gladio era stata, secondo Andreotti, la difesa dell’Italia da una possibile invasione da parte della Unione Sovietica. Ma vedremo che ben altri erano gli scopi. Andreotti e il Ministro dell’Interno Francesco Cossiga erano capi della Gladio in Italia .

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che indagavano sui delitti politici di Palermo, intuirono una terribile verità : Gladio era coinvolta nei delitti politici commessi in Italia tra cui gli omicidi del Presidente della Regione Piersanti Mattarella, dell’onorevole Pio La Torre e del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e sua moglie Emanuela Setti Carraro.


La Commissione parlamentare Stragi accertò la verità sulla vera natura di quella misteriosa associazione: Gladio – Stay Behind non serviva a difendere l’Italia da una possibile invasione da parte della Unione Sovietica; era associazione illegittima a guida CIA ( Central Intelligence Agency) che controllava i servizi segreti italiani e altri servizi segreti del mondo occidentale.

Tutti i membri di Gladio avevano il Nulla Osta sicurezza NATO. Ma la NATO era anche l' entità da cui provenivano gli esplosivi usati per tutte le stragi commesse in Italia.


"A questo punto occorre inquadrare la vera natura di Gladio, il mistero dei misteri, l’enigma della Repubblica. Le analisi della Commissione Stragi non erano sufficienti, né quelle della stampa e degli storici. E mentre mi dibattevo per cercare di risolvere il segreto, la buona sorte mi venne incontro. Eseguendo ricerche storiche, trovai alcuni documenti allegati alla requisitoria del Pubblico Ministero Emilio Alessandrini sulla strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969.

Quella strage era stata lo spartiacque di tutte le stragi .

Fondamentale fu la requisitoria di Alessandrini, con tre allegati. Erano un documento del 1967 e due del maggio1969, nascosti a Montebelluna, in una banca locale, dal terrorista di Ordine Nuovo Giovani Ventura arrestato per le stragi di Milano.

Essi descrivevano il governo mondiale invisibile, che aveva come struttura portante Gladio SB, parlavano della “guerra occulta”, cioè della strategia della tensione , alimentata dal world deep state da anni, in varie parti del mondo e di “gruppi di pressione internazionali”, tra cui Bilderberg che si valeva della CIA come braccio armato , e della necessità di compiere attentati con il sostegno di alcuni Paesi tra cui gli Stati Uniti.

Il rapporto 1967 rivelò una verità sconvolgente "In un primo tempo, queste forze ( Bilderberg, Cia) appoggiavano i movimenti cattolici a tendenza liberal progressista che si andavano mnifestando in tutto il mondo. Ma a partire dalla Amministrazione Kennedy la loro posizione si orienta verso posizioni sempre più estremiste, fino a divenire un autentico governo invisibile che orienta a suo capriccio la politica governativa, con una potenza ed una abbondanza di mezzi che non hanno precedenti nella storia americana.

“La CIA, in origine progettata come organismo informativo per la elaborazione della politica estera del Capo della Casa Bianca, si è trasformata in una forza di sovversione che si insinua negli affari interni degli altri paesi”( rapp RSD I Z n 230 5.VI.1967). Ma la Cia si valeva in Italia di politici , forze dell’ordine, terroristi, Cosa Nostra e di ogni tipo di criminali.

Una conferma venne dalla scoperta fatta nel 2012: i servizi italiani avevano gli uffici in via Sicilia a Roma, a breve distanza da un ufficio del OSS, della CIA, di una sede di Gladio SB, di una società di copertura di Ordine Nuovo e della associazione massonica ONPAM fondata da Licio Gelli. (Imposimato Repubblica Stragi Newton Compton 2012 p46). Tutto questo aiuta a capire cosa c’era dietro le stragi di Capaci e di via D’Amelio.


Nel 2008 scoprii che Aldo Moro era stato vittima di una operazione Gladio; la quale aveva agito attraverso l’agente della Cia Steve Pieczenik – inviato in Italia da Henry Kissinger consulente del Ministro dell’Interno Francesco Cossiga – i servizi segreti inglesi e tedeschi . Pieczenick accusò Andreotti e Cossiga di avere voluto la morte di Aldo Moro. Ma Kissinger era anche uno dei fondatori del gruppo Bilderberg .Il rapporto 1967 fa un’ammissione straordinaria “In un primo tempo, queste forze (Bilderberg, Cia ed Ada) appoggiavano i movimenti cattolici a tendenza liberal progressista che si andavano mnifestando in tutto il mondo.


Nel 1990 avvenne la svolta :Falcone decise di indagare su Gladio e sulla sua probabile implicazione negli omicidi Mattarella, LaTorre e altri. Il Procuratore di Palermo, Pietro Giammanco, amico di Andreotti , si oppose in modo frontale a quella scelta. Qualcuno disse che Giammanco faceva parte di Gladio, ma non c’erano prove certe. Falcone fu costretto a lasciare la Procura di Palermo e ad andare al Ministero della Giustizia . Il suo obiettivo era fare la legge sui pentiti , la Procura Nazionale Antimafia , la legge sull’isolamento dei mafiosi più pericolosi ( il famoso 41 bis) , ed altre leggi necessarie alla lotta alla mafia.

Alla Procura di Palermo, Paolo restò solo ma continuò a vedere Giovanni Falcone sia andando al Ministero in via Arenula, sia incontrandolo a Palermo, quando Giovanni Falcone tornava perché aveva nostalgia della sua terra.

Nel 1991 Falcone scrisse nella sua agenda elettronica appunti sul ruolo di Gladio negli assassini di Palermo; e Paolo Borsellino era perfettamente d’accordo su questa diagnosi, ma entrambi trovarono ostacoli nel Procuratore di Palermo Giammanco che rifiutò di seguire la pista della connessione degli omicidi Mattarella e La Torre con la associazione Gladio, definita illegittima dalla Commissione Stragi: Giovanni ne parlò amareggiato con Paolo, che probabilmente annotò le notizie su Gladio su agenda rossa, quella agenda che poi scomparve dalla macchina di Borsellino perché prelevata e sottratta ai familiari di Paolo.


Il 25 giugno 92 a Palermo, Paolo Borsellino rivelò “di avere saputo molte cose da Giovanni Falcone prima della strage di Capaci ma non poteva parlare pubblicamente”, “parlerò col Procuratore della Repubblica di Caltanissetta (Celesti): circa i diari di Giovanni Falcone posso dire soltanto, e qui mi fermo affrontando l’argomento, e per evitare che si possano, anche su questi appunti innescare speculazioni fuorvianti, che questi appunti che sono stati pubblicati dalla stampa, sul Sole 24 ore dalla giornalista Milella, li avevo letto in vita di Giovanni Falcone . Sono proprio appunti di Giovanni Falcone , perché non vorrei che su questo un giorno potessero essere avanzati dei dubbi» (Giommaria Monti Falcone e Borsellino, la calunnia, il tradimento Editori Riuniti). Ma cosa dicevano questi appunti? Il cuore di questi appunti di Falcone riguardava Gladio.

“Si è rifiutato di telefonare a Giudiceandrea per la Gladio, prendendo pretesto dal fatto che il procedimento non era stato assegnato ad alcun sostituto” (il Procuratore della Repubblica di Roma indagava personalmente su Gladio nella Capitale e chiese l’archiviazione in cambio della proroga della permanenza in servizio fino a 72 anni decisa dai gladiatori Andreotti e Cossiga).

“Nella riunione di pool per la requisitoria Mattarella, mi invita in maniera inurbana a non interrompere i colleghi” (13 dicembre 1990).

“18.12.1990. dopo che ieri pomeriggio si è deciso di riunire i processi Reina, Mattarella e La Torre, stamattina gli ho ricordato che vi è istanza di parte civile nel processo La Torre di svolgere indagini su Gladio. Ho suggerito di chiedere al giudice istruttore di svolgere noi le indagini in questione, incompatibili col vecchi rito, acquisendo copia dell’istanza in questione”. Falcone voleva fare indagini su Gladio.

“19.12.1990. Altra riunione con lui, con Sciacchitano”. Insistono nel rinviare tutto alla requisitoria finale e , nonostante mi opponga, esclude il nesso con Gladio

“19.12.1990. Non ha più telefonato a Giudiceandrea e così viene meno la possibilità di incontrare i colleghi romani che si occupano di Gladio”.

Era chiaro che la ossessione di Falcone era l’indagine su Gladio.


Precisi elementi, ricavati dai tre predetti documenti, allegati alla requisitoria di Emilio Alessandrini, mi consentirono di scoprire che Gladio era responsabile della strategia stragista in Italia a partire dalla Strage di Portella della Ginestra. Stragi di Capaci e via D’Amelio ebbero stessi organizzatori ed esecutori: Cosa Nostra.


Ecco gli elementi che legano le stragi a Gladio.

1) I documenti 67 e 69 allegati alla requisitoria del PM Emilio Alesandrini parlavano di governo mondiale occulto di cui Cia, definita un mostro, era braccio armato, che si serviva di terrorismo nero e rosso e di Cosa Nostra

2) in tutte le stragi, comprese quelle di Capaci e via D’Amelio, c’era stato uso esplosivo T4 di tipo militare NATO , che non si trova in commercio

3) il mafioso Francesco Di Carlo disse ai magistrati: dopo Addaura agenti con accento inglese e il dott Labarbera, andarono più volte in carcere Full Sutton Londra e gli chiesero il nome di un esperto in esplosivi per uccidere Giovanni Falcone ,Di Carlo indicò agli agenti il nome di Antonino Gioè che indicò quello di Pietro Rampulla che partecipò a Capaci: e fu condannato all’ergastolo.

3) l’onorevole Rino Formica nel 2014 disse alla giornalista Stefania Limiti dell’arrivo a Palermo, il giorno dopo Capaci, di agenti FBI che avevano avocato le indagini e gestito al posto degli inquirenti italiani. Essi in realtà depistarono indagini secondo tecniche esposte in sentenza dal Giudice Istruttore Leonardo Grassi di Bologna che indagava sulla strage di Bologna. Lo stesso avvenne con Strage di via D’Amelio.

4) Pentiti di Cosa Nostra dissero: “ordine da America era di fare un botto enorme”. Per Falcone attentato Addaura era fallito perché volevano un attentato eclatante.

5) Elmo indicò la matrice Gladio per strage Addaura e altri delitti come l’uccisione del giudice Rocco Chinnici.

6) Totò Riina secondo una ricerca di una tesista della facoltà di scienze dell’Investigazione della Università l’Aquila, Luisiana Noviello, era un agente CIA , (che gestiva Gladio ndr)

7) L’ex Pubblico Ministero Luca Tescaroli, che era stato in servizio a Caltanissetta, accertò che Vito Ciancimino era membro di Gladio.





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